Archivi categoria: OneDrive for Business

Fare il Backup dei propri file su OneDrive

Avete mai valutato di utilizzare Microsoft OneDrive come soluzione per il backup delle folder del proprio PC?

Molti di noi già utilizzano OneDrive anche in tal senso, sfruttando lo spazio cloud a disposizione per ciascun utente Microsoft 365 (quasi tutti i piani di sottoscrizione a Microsoft 365 rendono disponibile 1 TB per ciascun utente).

Ecco un video, dove viene presentato come utilizzare questo aspetto di OneDrive, e non solo lo strumento per gestire il sync offline di alcuni documenti sul cloud dalle library di SharePoint o da OneDrive for Business.

Nuova experience per la Home di OneDrive

Microsoft OneDrive si è spesso dimostrato un precursore (o un laboratorio) dove sperimentare novità in termini di funzionalità e user experience.
Spesso queste novità sono poi state estese anche all’esperienza dei siti SharePoint Online.

La nuova Home di OneDrive cerca di razionalizzare gli elementi dell’interfaccia, migliorandone l’efficienza.

I contenuti documentali, intesi sia come file Office che PDF, Loop, elementi di Lists, video e registrazioni delle riunioni Teams vengono presentati secondo logiche di utilizzo recente, ma anche di utilizzo “consigliato” per rilevanza w raccomandazioni dell’intelligenza artificiale (AI).

Anche gli elementi condivisi sono resi più facilmente raggiungibili, sfruttando una visualizzazione aggregata “all in one”:

La People View rappresenterà poi un diverso approccio per interagire con i contenuti, identificando come punto di partenza la persona con la quale stiamo collaborando:

Anche le modalità di filtro dei contenuti sono state semplificate, ritrovando i propri filtri applicati di recente ed efficaci modalità di ricerca nel contesto (es. non solo la classica “buca di ricerca”, ma anche box di ricerca sui risultati in pagina:

Una delle modalità che ha strappati applausi quando il team di prodotto ci ha presentato la funzionalità in occasione dell’ultima edizione del Microsoft MVP Summit… è l’introduzione delle folder colorate!
Che personalmente non vedo l’ora di poter utilizzare, sfruttando così un’ulteriore “metainformazione” che potrà aiutarci nel riconoscere e identificare i contenitori.

Anche l’esperienza di condivisione dei contenuti è stata migliorata (e immaginiamo che questa modalità sarà comune all’operazione di sharing di tutti i workload di Microsoft 365):

Ricordiamoci poi che OneDrive è utilizzabile anche attraverso il nostro collaboration hub, ossia Microsoft Teams, attraverso l’app Files collocata sulla app bar di sinistra:

I contenuti offline di OneDrive saranno inoltre utilizzabili offline anche attraverso il web browser:

Osservando la roadmap di Microsoft 365, le funzionalità sono attualmente nello stage di Rollout, e quindi potremo aspettarcele disponibili per tutti nei prossimi mesi.

Governare le quotas OneDrive

Su Microsoft 365 uno dei servizi più utilizzati, e per certi versi apprezzati, è OneDrive (già noto come OneDrive for Business).

Si tratta naturalmente dello spazio di archiviazione individuale, che offre la possibilità di archiviare file personali e attivare primi semplici processi di condivisione con altri utenti (interni ed esterni, se l’organizzazione lo consente).

La quota di base, ossia la capacità massima di archiviazione è 1 TeraByte (1024 GB).

Non è poco, ma potrebbe non essere sempre sufficiente.

Prima di andare oltre, analizzando le opzioni a disposizione per ampliare la quota, mi permetto di fare una riflessione:

Stiamo utilizzando in modo corretto OneDrive?

Spesso infatti OneDrive viene sfruttato come spazio di condivisione con i colleghi, collocando su OneDrive sono solo dati individuali, ma veri e propri archivi condivisi… come si sarebbe fatto in passato con una cartella di rete.
Ebbene, rifletterei sulla possibilità di utilizzare siti SharePoint Online per questo obiettivi, e non OneDrive personali.

Rammento che lo spazio OneDrive è collegato a doppio filo con l’utente, e che se l’utente dovesse lasciare l’azienda (e quindi potrà essere disabilitato), i dati del OneDrive -dopo un grace periodverrebbero rimossi!

Ancora convinti di utilizzare OneDrive nel modo corretto?

Bene, allora procediamo.

Verificare l’occupazione di OneDrive

Un primo suggerimento è di verificare l’attuale utilizzo di OneDrive nell’organizzazione, utilizzando i report presenti sulla pagina https://admin.microsoft.com/#/reportsUsage/OneDriveSiteUsage

I report mostreranno delle indicazioni di insieme, con il dettaglio per gli utenti.
Queste informazioni credo possano essere significative anche per “misurare” l’adozione e la diffusione dell’utilizzo di OneDrive in azienda.

Se sulle tabelle dovessero apparire i riferimenti agli utenti (Owner principal name) in forma “anonimizzata” (attraverso una sorta di GUID), il vostro tenant 365 adotta le politiche per la privacy, ma troverete anche le istruzioni per riportare “in chiaro” i riferimenti agli utenti.

Dalla pagina principale del portale di amministrazione di Microsoft 365, nella sezione degli Active users, è possibile investigare sul singolo utente.

Ad esempio cliccando sul nominativo di un utente è possibile osservare, attraverso il pannello informativo, la sezione OneDrive:

Lo Storage used indica l’occupazione corrente della quota, che come anticipavo è fissata di default al valore di 1 TB.

Interessate osservare che dallo stesso pannello è possibile osservare la quota di default (Storage space), con un comodo link per accedere alla sezione dell’amministrazione SharePoint/OneDrive per l’eventuale modifica.

Dal portale amministrativo di SharePoint Online (ricordo che OneDrive di fatto è SharePoint), nella sezione Settings, è possibile trovare la configurazione dello Storage limit di OneDrive:

Come è possibile intuire dal messaggio, è possibile modificare la quota di default da 1 TB, estendendola fino a 5 TB:

L’alternativa è di intervenire sui singoli utenti “VIP”, aumentando il limite della quota individuale dal pannello dell’utente descritto poco fa:

Ma vale per tutti gli utenti?

Questa possibilità si applica per i soli utenti con licenza/sottoscrizione in grado di offrire la possibilità di estensione della quota sopra al terabyte di base.

I piani di sottoscrizione E1 sono infatti limitati ad una quota massima per OneDrive fissata a 1 TB, senza possibilità di espansione.

https://www.microsoft.com/it-it/microsoft-365/enterprise/compare-office-365-plans?market=it

I piani di sottoscrizione superiori E3/E5 invece offrono la possibilità di estendere la quota OneDrive, fino a 5 TB.

Come faccio a liberare spazio su OneDrive?

Il singolo utente è owner del proprio OneDrive (più precisamente è Site Collection Administrator del sito SharePoint che sta alla base del OneDrive dell’utente).
Aggiungo anche che i Global Admin del Tenant Microsoft 365, di default, non hanno alcuna autorizzazione di accesso ai OneDrive degli utenti (anche se possono assegnarsene la ownership).

Ribadisco ancora una volta che i OneDrive non sono altro che site collection SharePoint (una per ciascun utente), e quindi valgono le stesse logiche dei siti SharePoint, note a molti di voi.

E’ disponibile una pagina che mostra il dettaglio di occupazione dello storage personale da parte delle diverse cartelle:

  • Accedere al proprio OneDrive
  • Cliccare sul menu Settings (l’ingranaggio in alto a destra)
  • Scegliere OneDrive Settings
  • Scegliere More Settings
  • Scegliere Storage Metrics

L’utente dovrà quindi cancellare i file non più necessari, e ricordarsi poi di svuotare il Cestino (Recycle bin), compreso il Second-stage Recycle bin.

Non hai nessun file inutile e quindi eliminabile?

Beh, allora valuta di fare l’upgrade della tua sottoscrizione verso il piano E3 o superiore, rammentando che potrai disporre fino a 5 TB di storage individuale, e di diversi altri benefici (es. la possibilità di installare le applicazioni Microsoft Office client).

Configurare l’External Sharing su SharePoint Online

Una delle funzionalità “croce e delizia” di SharePoint Online è la possibilità di condividere contenuti anche verso utenti esterni all’organizzazione (collaboratori, consulenti, clienti e fornitori).

Questo permette di ridurre drasticamente il caotico invio di e-mail con file allegati, così come evita l’utilizzo di sistemi di trasferimento file sul cloud (i vari sistemi WeTransfer, BigFile, DropBox, ecc), che saranno anche amati dagli utenti… ma mettono a rischio la perdita di contenuti riservato dell’azienda ed escono da qualsiasi logica di protezione e governance.

D’altro canto un utilizzo troppo “leggero” delle funzionalità di External Sharing potrebbe esporre ad analoghi rischi, se non accompagnato da politiche di governance e di istruzione degli utenti.

Le impostazioni di External Sharing possono essere definite da un utente con ruolo di Global Administrator o di SharePoint Administrator.

Va sottolineato il ruolo cruciale di SharePoint, che rappresenta lo storage non solo per quello che utilizziamo “direttamente” attraverso i siti SharePoint, ma anche riguardo ai file condivisi attraverso i team di Microsoft Teams, le community di Yammer, i video di Stream (pensando già al Modern Stream) ed ai documenti archiviati sui OneDrive degli utenti.

I livelli di configurazione seguono un po’ gli “strati a cipolla“, definendo più punti di gestione che offrono via via il maggior livello di granularità e controllo.

La chiave di lettura “della cipolla”, leggendola dal centro, è che se impostiamo delle restrizioni a livello globale, le stesse prevarranno in occasione delle configurazioni periferiche (per site collection o per condivisione del singolo elemento).

Definire le impostazioni Tenant-wide

Con autorizzazioni di Global Administrator fai accesso al Portale amministrativo di Microsoft 365, seleziona Settings e scegli Org Settings. Individua l’opzione SharePoint e cliccandola potrai scoprire quali sono le impostazioni globali per il tenant:

Qui è importante fare le prime scelte, consapevoli che impostando restizioni a questo livello… non sarà poi possibile disporre delle opzioni precluse nei livelli soprastanti della “cipolla”.
Se ad esempio sceglierai di non consentire l’opzione “Anyone“, quando di troverai a gestire l’external sharing sui singoli siti troverai questa opzione disabilitata.

Quindi, a questo livello di configurazione, dovrai definire l’impostazione “più permissiva” adatta alla tua organizzazione.

Il significato delle singole opzioni credo sia abbastabza intuitivo, evidenziando che l’opzione “Anyone” espone al rischio potenziale di una condivisione anonima del contenuto.

Definire le opzioni di condivisione e le impostazioni predefinite per SharePoint e OneDrive

Accedendo con privilegi di SharePoint Administrator sul portale amministrativo di SharePoint Online, scegli l’opzione Sharing dal menu Policies:

Qui potrai definire qual è il livello di permissività per la condivisione esterna attraverso i siti SharePoint ed agli spazi OneDrive.

I due aspetti sono collegati: devi ricordare che OneDrive usa lo storage di SharePoint, come ricordato poco sopra, e quindi decidendo di applicare delle restrizioni a livello SharePoint, le stesse si andranno a ripercuotere anche per la condivisione dei contenuti OneDrive.

Oltre alla definizione dei limiti per la condivisione esterna, è inoltre importante definire quale sia l’impostazione predefinita dell’operazione Condividi (Share) a disposizione dell’utente, consapevolli che scegliere “Anyone with the link” potrà esporre ad un maggiore rischio di “perdita di controllo”, mentre optare per la scelta “Only people in your organization” porterà ad un comportamento più circoscritto, dove l’utente distratto potrà sì condividere, ma di default lo farà soltanto verso i colleghi.

Altra opzione interessante è la possibilità di definire una scadenza per la durata dei link “anonimi”, riducendo così in parte il rischio legato a questa operazione.

Scegliere su quali Site Collection abilitare la condivisione all’esterno dell’organizzazione

Proseguendo verso l’esterno degli strati della “cipolla”, sempre attraverso il portale amministrativo di SharePoint Online e con ruolo di SharePoint Administrator, puoi gestire, sito per sito, le impostazioni per l’External sharing.

Attraverso gli Active Sites individua e seleziona il sito che desideri configurare, quindi fai clic sul pulsante Sharing dalla toolbar.

Qui potrai speficare il livello di permissività per ogni specifica Site Collection, così come potrai decidere se il sito dovrà seguire le impostazioni di default dell’organizzazione (che potranno cambiare nel tempo) o se disporre di propie impostazioni autonome. Lo stesso varrà anche per le autorizzazioni predefinite per la condivisione dei link.

E’ buona pratica definire queste impostazioni già nell’ambito della checklist di creazione delle nuove site collections.

Interessante, tra e varie opzioni, la possibilità di definire una “white list” di domini autorizzati, che potrebbe aiutare ad impostare un ulteriore criterio: se il sito in questione contiene contenuti da condividere con il cliente Contoso… potremmo limitare la condivisione esterna ai soli utenti del dominio contoso.com.

Condividere i singoli contenuti

L’ultimo strato della “cipolla” è quello in mano all’utente finale, che potrà agire attraverso il comendo Share e condividere o meno i contenuti verso l’esterno dell’organizzazione, in virtù delle scelte amministrative fatte attraverso gli strati più interni della “cipolla”.

L’azione di condivisione, come sappiamo bene, potrà avvenire a livello di intero Sito, oppure sulla singola library, piuttosto che sullo specifico contenuto (cartella o file).

Formare e informare gli utenti

Non trascurare mai l’aspetto dell’educazione verso gli utenti finali, che dovranno essere istruiti sia sull’operatività (come fare per…) che sugli apsetto legati ai rischi potenziali di perdita di proprietà intellettuale dell’azienda, di riservatezza delle informazioni e di possibili violazioni di privacy ed accordi di riservatezza.

Per farlo è possibile valutare materiale informativo, infografiche, tutorial e altri strumenti per l’auto-apprendimento e l’e-learning.

Monitorare l’External Sharing

Attività sempre più fondamentale, soprattutto per le organizzazioni dove si valuterà di fare scelte più permissive, è l’attività di auditing e monitoraggio.

Ci sono numerosi tool di terze parti che possono venire in aiuto per queste attività di reporting e monitoraggio, quali ad esempio ShareGate Desktop, Quest e tanti altri.

Anche la comunità fa -come sempre- la sua parte, ed è ad esempio il caso di Office 365 Reports, che ha realizzato e condiviso degli script Powershell per le seguenti attività:

Gestire i problemi di sincronia su OneDrive

Con la sempre maggiore diffusione di SharePoint Online e OneDrive, è sempre più frequente incontrare utenti che sfruttano le capacità dell’app di OneDrive per sincronizzare localmente sul dispositivo dei contenuti condivisi all’interno di raccolte documenti o memorizzati nello storage personale di Microsoft 365.

In tanti, anche grazie al successo di Microsoft Teams, stanno utilizzando (spesso nemmeno sapendolo) i siti SharePoint Online collegati al Gruppi Microsoft 365 e quindi al team su Teams.

Può capitare che il processo di sincronia possa “incastrarsi”, e l’icona di OneDrive (posta sulla taskbar di Windows) potrebbe mostrare la nuvoletta azzurra con diverse iconografie.

Di seguito provo a riassumere le diverse condizioni, rimandando per ciascuna casistica alla documentazione Microsoft di riferimento:

Windows 

OneDrive sync error icon  OneDrive sync error

OneDrive for Business sync error icon  OneDrive sync error

OneDrive processing changes icon  or  OneDrive for Business processing changes icon  OneDrive processing changes

OneDrive paused icon  or  OneDrive for Business paused icon  OneDrive paused

OneDrive full icon  OneDrive account nearly full

OneDrive account frozen notification icon  OneDrive account full, locked or frozen

OneDrive not runnning icon  OneDrive not signed in

SkyDrive error icon  SkyDrive sync error

Old OneDrive for Business sync error icon   OneDrive (old version) sync error

Mac

OneDrive for Mac sync error icon   OneDrive for Mac sync error

Mobile

Android OneDrive active icon   OneDrive active notification in Android

Android icon   Troubleshoot OneDrive for Android

iOS icon   Troubleshoot OneDrive for iOS

Windows File Explorer / macOS Finder

OneDrive file explorer sync error  OneDrive sync error

OneDrive file explorer processing changes icon  OneDrive processing changes

Windows File Explorer file locked  File locked

Gli aggiornamenti del mese di Ottobre per Microsoft Teams

Anche questo mese provo a riassumere i principali aggiornamenti rilasciati per Microsoft Teams (non tutti ovviamente), a conferma della continua evoluzione e crescita del prodotto.
Alcune di queste sono già rilasciate per tutti i tenant, altre sono attualmente disponibili in preview (tenant con Targeted release attivate) ed altre sono in rollout.

Spotlight individual video

Questa funzionalità permette di impostare, durante un Teams meeting, il video di uno dei partecipanti (il relatore principale) come elemento in evidenza in primo piano, conservando le immagini degli altri partecipanti in forma di miniature.

Il presenter potrà così apparire in evidenza, migliorando la concentrazione dei colleghi o degli studenti, se stiamo parlando di una sessione di formazione o di un webinar.

spotlight.png

Live captions with speaker attribution

Per i meeting internazionali (dove quindi si parla spesso una lingua non nostra), ma anche nei contesti di inclusione dei colleghi non udenti, le Live Caption possono diventare una funzionalità di importanza fondamentale.

Nella pratica le Live Caption (sottotitoli) trascrivono in tempo reale quanto uno speaker sta raccontando, ed il sistema “impara” a riconoscere di chi è la voce dello speaker, attribuendo così il testo del sottotitolo al corrispondente relatore.

Maggiori informazioni qui.

Controllo dell’unmute dei partecipanti

Si tratta di una nuova funzionalità, disponibile per organizzatori e presenters, che troviamo sul pannello dell’elenco dei partecipanti all’online meeting.

Grazie a questo possiamo far sì che i partecipanti (ad esempio gli strumenti di una sessione formativa) accedano al meeting con il proprio microfono in “mute“, e possiamo quindi prevenire che qualcuno di essi possa in autonomia fare l’unmute e… disturbare la sessione.

Naturalmente i relatori o gli organizzatori conservano la possibilità di eseguire selettivamente l’unmute di singoli partecipanti, affidandogli così “la parola”, magari a seguito di un’alzata di mano degli stessi.

Prevent Unmute.png

Modalità read-only per la Whiteboard

Altra funzionalità particolarmente interessante per chi utilizza i Teams meeting per fare formazione (es. DAD – Didattica A Distanza), o seminari/webinar, è la possibilità di utilizzare la lavagna (Whiteboard) in una modalità “in sola lettura” per i partecipanti.

La differenza, rispetto alla precedente whiteboard già disponibile da tempo, è che lo strumento passa da essere un ausilio alla collaboration (dove tutti i partecipanti possono contribuire scrivendo sulla lavagna simultaneamente, a divenire uno strumento di supporto al relatore, dove i partecipanti-allievi possono assistere in sola visualizzazione senza poter modificare i contenuti presenti sulla lavagna.

Whiteboard.png

Registrazioni dei meeting salvate su SharePoint o su OneDrive

In molti conosciamo bene la possibilità di registrare i Teams meeting, per rendere disponibili registrazioni in formato .mp4 come “promemoria” della riunione (o della lezione), e come elemento di recupero per colleghi (o allievi) che non hanno potuto partecipare all’incontro in diretta.

Le registrazioni fino ad oggi sono state archiviate sulla componente Stream di Office 365, beneficiando delle caratteristiche di media streaming della piattaforma e costituendo possibili “canali” di diffusione del contenuto video.

La condivisione delle registrazioni video su Stream espone tuttavia ad alcune potenziali criticità:

  • I contenuti Stream non possono essere condivisi ad utenti esterni all’organizzazione, e quindi partecipanti Guest al meeting (e che hanno avuto l’opportunità di seguire il meeting/lezione in diretta) non potranno avere accesso alla registrazione
  • L’accesso al componente Stream richiede una specifica licenza (solitamente inclusa nella maggior parte dei piani di sottoscrizione di Microsoft 365)
  • Il servizio Stream sta trasformandosi, come annunciato all’ultimo Ignite, trasformandosi da servizio di media streaming con funzionalità di portale e archiviazione di contenuto, verso la sola funzionalità di “servizio di media streaming”, affidando lo store dei contenuti multimediali ai più flessibili componenti di content management, quali SharePoint e OneDrive.

Quindi, i video delle registrazioni delle riunioni saranno archiviati su SharePoint Online o su OneDrive, aprendo così alla possibilità di rendere disponibili i contenuti anche per eventuali utenti esterni all’organizzazione.

Utilizzare SharePoint o OneDrive come sistema per l’archiviazione offre inoltre numerosi altri vantaggi:

  • Possibilità di definire delle Retention policies
  • Governance più semplice e coerente con il resto dei contenuti gestiti su Office 365
  • Facilità di gestione di autorizzazioni ed external sharing
  • Possibilità di impostare dei flussi di approvazione per l’accesso alle risorse
  • Disponibilità di condivisione tramite “shared links” (quindi anche per utenti non censiti)
  • Possibilità di gestione del sistema BYOK (Bring Your Own Key) per la protezione e la cifratura dei contenuti
  • Gestione delle quotas di archiviazione per evitare utilizzi eccessivi dello storage
  • Disponibilità più rapida delle registrazioni al termine dei meeting (senza dover attendere il processo di encoding a carico della piattaforma Stream)
  • Supporto alle funzionalità di Multi-Geo (di cui magari tornerò a parlare a breve)
  • Disponibilità di conservazione delle Live Caption con attribuzione dello speaker

Questa funzionalità arriverà con gradualità, partendo da ottobre 2020 (Quarter 4 del 2020) con la possibilità per gli amministratori del del tenant di eseguire l’opt-in/out-out (ossia di decidere quale se utilizzare il sistema vecchio o quello nuovo per l’archiviazione delle registrazioni); a metà del Q4 2020 cambierà la collocazione di default del salvataggio dei video, passando allo storage su SharePoint e OneDrive; ed infine nel Q1 2021 il sistema “classic Stream” non sarà più disponibile.

Per approfondire ecco una sessione demo realizzata dal team di prodotto per meglio comprendere come funzioneranno le nuove registrazioni nei diversi contesti di utilizzo di Microsoft Teams:

L’agenda della track APP di Be Connected Day – VI Edizione

Una delle novità della sesta edizione dell’evento Be Connected Day è la presenza di una terza track dedicata allo sviluppo e all’integrazione (code, low-code e no-code) di soluzioni a supporto della comunicazione e della collaborazione su Microsoft 365.

L’agenda della track APP, che affianca le track COM e SEC, è stata curata da Paolo Pialorsi e da me, e approfitto per raccontarvela. Saremo proprio noi due a darvi il benvenuto.

Ricordo che l’evento sarà gratuito ed erogato in streaming il 5 novembre 2020, e che le iscrizioni sono ancora aperte.

Andrea benedetti.jfif
Andrea Benedetti, Microsoft, Senior Cloud Solutions Architect (Data & AI)

Si partirà con una keynote session affidata ad Andrea Benedetti, che offrirà uno sguardo di prospettiva verso il mondo dell’integrazione di soluzioni per la Microsoft Collaboration.

Andrea non ha bisogno di presentazioni, con un vecchio trascorso da MVP e all’interno delle community tecniche, e dopo aver ricoperto diversi ruoli all’interno di Microsoft Italia e Western Europe.

igor macori.jfif
Igor Macori, Green Team, Microsoft MVP & Modern Workplace Solutions Architect

Alle 10:15 toccherà quindi proprio il mio turno, dove proverò a concentrare nella mia mezz’ora di sessione alcune delle esperienze vissute sul campo, nel corso dei tanti progetti di adozione di soluzioni per la collaborazione, con sempre più spesso Microsoft Teams al centro e come interfaccia primaria per l’utente.

La sessione, dal titolo “The New Paradigm of Modern Collaboration“, toccherà diversi aspetti della transizione dal “vecchio” al “nuovo” modo di collaborare in azienda.

Florian_Pflanz.jpg
Florian Pflanz,
Solutions2Share,
Governance
Specialist

Alle 10:45 sarà il momento di Floran Pflanz di Solution2Share, che condividerà la sua esperienza nella governance dei servizi e delle soluzioni di Microsoft 365. Sul palco sarà affiancato da Fabrizio Fabiani, Senior CE in Microsoft oltre uno degli ideatori dell’evento BCD.

La soluzione Teams Manager è un ottimo esempio di “applicazione” per indirizzare al meglio la governance di Microsoft Teams.

Fabio Franzini.jpg
Fabio Franzini,
Microsoft MVP
Business Applications
and Office Development

Dopo il meritato break, la track riprenderà alle 11:30 con Fabio Franzini, altro Microsoft MVP, con una prima sessione dedicata allo sviluppo di soluzioni per Microsoft Teams, sessione sulla nuova Microsoft Power Platform, dal titolo “Integrare ed estendere Microsoft Teams con ‘Project Oakdale’“.

Parliamo quindi di soluzioni no-code e low-code.

Giacomo_Gelosi.jpg
Giacomo Gelosi,
Green Team,
Modern Workplace
Specialist

Alle ore 12:00 sarà quindi il turno di Giacomo Gelosi, Modern Workplace Specialist di Green Team ed esperto delle soluzioni “no code” e per la business process automation (riceve da alcuni anni anche il titolo vTE da Nintex).

Giacomo affronterà le novità per l’integrazione di SharePoint e della Power Platform all’interno di Teams, con la sessione “SharePoint e Power Platform – novità e integrazione“.

Michele Ruberti.jfif
Michele Ruberti,
walk2talk, CIO & MCT

Dopo la pausa pranzo, alle ore 14:00, Michele Ruberti di walk2talk salirà sul palco virtuale di BCD per raccontarci come spingere al massimo le potenzialità di Microsoft Teams con la sessione dal titolo “Scopri come puoi estendere le funzionalità Out of The box di Teams“.

Rabia.jfif
Rabia Williams,
Microsoft ,
Cloud Advocate

Alle ore 14:30 sarà il turno di Rabia Williams, Cloud Advocate in Microsoft e membro della community PnP, con una sessione di introduzione allo sviluppo di Apps per Microsoft Teams dal titolo “Build Teams app with the Microsoft Teams Toolkit and Visual Studio Code“.

Rabia parlerà del Microsoft Teams Toolkit, per imparare in modo rapido e veloce a realizzazione soluzioni per Teams.

Emanuele_Bartolesi.png
Emanuele Bartolesi, Microsoft MVP

Si proseguirà a colpi di sviluppo, con Emanuele Bartolesi, altro Microsoft MVP ed ASP.NET Core Ninja, che ci racconterà come affrontare i “Primi passi con Yo Teams“.

Il generatore di codice Yeoman rappresenta un utile acceleratore per chi necessità di sviluppare Apps per Teams, senza sporcarsi troppo le mani.

Giulian De Luca.jfif
Giuliano De Luca,
Microsoft MVP

Alle ore 15:45, dopo un ultimo break, sarà il turno di Giuliano De Luca, anche lui Office Development MVP, che approfondirà lo sviluppo “code” di Apps per Microsoft Teams utilizzando lo SharePoint Framework, con la sessione “Teams Development with SPFx“.

paolo pialorsi.jfif
Paolo Pialorsi,
Piasys.com,
Microsoft MVP

Dopo aver compreso come realizzare Apps per Teams, seguendo i diversi possibili approcci, Paolo Pialorsi salirà sul palco alle 16:15 per raccontarci come gestire la distribuzione delle Apps con la sessione “Automating Teams Provisioning“.

Paolo è un altro veterano del palco di eventi tecnici in tutto il mondo, oltre a far parte del “Core Team” della community SharePoint Developers Patterns & Practices (PnP).

Stefano Tempesta
Stefano Tempesta, Microsoft Regional Director & MVP

Sarà infine il turno di Stefano Tempesta, CTO di Connecting Software, Microsoft Regional Director & MVP, che alle 16:45 terrà la sua sessione dal titolo “Measure your Teams sentiment“, dove potremo apprezzare una sessione di “alleggerimento”, analizzando tecniche e strategie di sentiment analysis applicate alla misurazione del coinvolgimento degli utenti nell’adozione di Microsoft Teams.

Alle 17:15 circa sarà il momento della “Riffa“, dove i partecipanti avranno l’occasione di ricevere graditissimi omaggi offerti dai numerosi sponsor dell’evento.

Novità per supportare le migrazioni di contenuto verso Microsoft 365

Segnalo questo video, dove vengono presentate le principali novità per supportare la migrazione di contenuto verso Microsoft 365.

Le tipologie di sorgenti sono tre:

  • Migrazione da sorgenti “legacy”, come da cartelle condivise di File Server
  • Migrazione da versioni on-premises di SharePoint
  • Migrazione da sistemi concorrenti (Box, Dropbox e G Suite)

Di fatto si parla del servizio Mover, acquisito da Microsoft lo scorso anno ed ora in via di integrazione nell’interfaccia amministrativa di Microsoft 365, così come raccontavo qualche tempo fa.

Si vanno così ad arricchire gli strumenti di migrazione del contenuto integrati in Microsoft 365, che si affiancano ai numerosi tool di migrazione prodotti da terze parti (Sharegate, Quest/Metalogix, AvePoint, …).

Nuove policies per la condivisione dei file su Microsoft 365

La scorsa settimana Microsoft ha avviato il rilascio di alcune nuove funzionalità per il controllo della condivisione dei file da SharePoint Online e OneDrive.

E’ ora possibile definire un periodo di tempo per la durata della condivisione, riducendo così il rischio di ritrovarsi con risorse condivise “dimenticate”, e quindi potenziale punto di rischio per a sicurezza e per la perdita delle informazioni.

Si tratta di una interessante funzionalità per una migliore governance di Microsoft 365, ed in particolare per l’External sharing (Guest access).

Le nuova policy non è retroattiva (quindi i file già condivisi in passato non beneficeranno della novità).

Gli amministratori potranno definire la durata di default della condivisione, agendo attraverso le impostazioni di Sharing sullo SharePoint Admin Center:

Admin center

Anche CollabDays Italy Virtual 2020 è andato

Dopo un po’ di fatica e tante soddisfazioni, si è tenuto ieri il primo evento CollabDays in Italia. Ovviamente nella formula “online”, considerato che originariamente la conferenza era pianificata per essere erogata in presenza, a Milano… prima dell’avvento del Covid-19.

L’evento in presenza si farà, non appena le condizioni lo permetteranno.

E’ stata un’esperienza nuova anche per me, nonostante salga suo palchi di conferenze tecniche dall’ormai lontano 1998. Nuova per la modalità online, con le tre track simultanee, e per la veste di speaker e di “producer-regista” che si sono aggiunte a quelle di co-organizzatore.

Abbiamo sfruttato la tecnologia Microsoft Teams Live Events, che lascia intravedere grandi prospettive, ma che oggi dimostra ancora qualche vizio di gioventù… che ieri ci ha fatto passare qualche sudore freddo…

Mi auguro tutto sommato che il risultato sia stato positivo, ed i primi feedback raccolti sembrerebbero dimostrarlo.

Un grande grazie ai miei compagni di avventure della community italiana di Microsoft 365, nelle sue diverse anime e sfaccettature, e dello UCUG.it, che hanno dedicato tempo delle proprie sere e weekend per l’organizzazione e per la preparazione delle sessioni tecniche.
Grazie anche agli sponsor, che hanno coperto i costi dell’evento, consentendoci di erogare 1140 minuti di formazione tecnica di qualità… gratuita per tutti i partecipanti.
Grazie a Jeff Teper (CVP Microsoft ed al team del Product Group per averci regalato i loro contributi (che distilleremo e regaleremo pian piano alla community).
Ovviamente grazie anche ai partecipanti (quasi 400 iscritti!).

Ho avuto anche il piacere di condividere il palco con Betta, come avveniva nelle vecchie Italian SharePoint Conferences… ed è stato divertente… magari lo rifaremo!

Cosa mi è mancato in questa esperienza?

Sicuramente il contatto con il pubblico, che credo sia impareggiabile per uno speaker che cerca di divertirsi salendo sul palco.
Le limitate formule di interazione (Q&A in chat) non regalano le stesse emozioni, e credo che anche i partecipanti (così come gli speaker) debbano abituarsi a questi nuovi format, cercando di essere meno “timidi” e capaci di sfruttare maggiormente la possibilità di fare comunità, anche se ciascuno a casa propria.