Il 21 ottobre 2019 Microsoft annunciò l’acquisizione di Mover, una società nota per il proprio servizio cloud-based per la migrazione di contenuti.
La notizia inizialmente destabilizzò, e non poco, i vari vendor specializzati in tool di migrazione (penso soprattutto a ShareGate, ad AvePoint e a Quest, dopo l’acquisizione di Metalogix).
Il servizio Mover inizialmente era disponibile solo per gli utenti americani, ma ora è disponibile gratuitamente per tutti (da Febbraio 2020).
Le logiche del servizio di migrazione sono basate sul principio dei connettori, uno per la sorgente e uno per la destinazione del porting.

Nello specifico, queste sono le possibili sorgenti di contenuto:
- Amazon S3/Workdocs,
- Azure Blob, Box,
- Dropbox,
- Egnyte,
- File Servers,
- FTP/SFTP,
- G Suite/Google Drive,
- NetDocuments,
- Office 365/OneDrive/SharePoint Online,
- WebDAV.
E queste le possibili destinazione di migrazione:
- OneDrive,
- OneDrive for Business,
- SharePoint server,
- SharePoint Online,
- Azure Blob Storage
Il servizio Mover è quindi assolutamente utile ed efficace per molte delle attività di consolidamento o migrazione da altre tecnologie verso SharePoint ed Office 365 (penso in primi a quelle della Google Suite e a DropBox), combinandosi con quanto offerto da un altro tool Microsoft: SharePoint Migration Toolkit, di cui ho già avuto occasione di scrivere in passato.
Lo SharePoint Migration Toolkit tuttavia è specificatamente pensato per supportare le migrazioni da File Servers o da vecchie versioni SharePoint on-premises, con direzione SharePoint Online.
E’ possibile creare un proprio account su Mover, oppure è possibile autenticarsi con un proprio account Microsoft (personal o organizational), per poi autorizzare (configurare) i connettori di proprio interesse:

Ho ad esempio utilizzato Mover per migrare i file contenuti nel mio vecchio DropBox personale verso il mio OneDrive for Business:

L’interfaccia mostra la copia dei contenuti in tempo semi-reale, evidenziando possibili criticità o errori nel processo di migrazione. Ad esempio nel mio caso vedere segnalato una issue e 3696 oggetti copiati correttamente. Dalla stessa interfaccia è possibile accedere ai logs, per investigare sui problemi (nel mio caso si trattava di un formato di file non consentito su OneDrive).
Tra i possibili scenari interessanti per l’utilizzo di Mover, penso anche alle attività di consolidamento o migrazione tra tenant Office 365 diversi, come potrebbe rendersi necessario a seguito di fusioni o acquisizioni aziendali.
Analogamente Mover è interessante anche per attività di ristrutturazione tra i siti SharePoint Online dello stesso tenant.
Un commento su “Utilizzare Mover per migrare verso Microsoft 365”