Dal Boom di Zoom al Ban di Zoom

Zoom è una delle piattaforme di online meeting che, nelle settimane passate, ha avuto il maggior incremento di utilizzo.
Si parla di un +1300% dei download dell’app di Zoom nel periodo tra febbraio e marzo 2020, con un passaggio dai 171.000 utenti ai 2,41 milioni!

Sicuramente uno degli acceleratori alla diffusione di Zoom è la caratteristica di essere un servizio gratuito (per meeting fino ai 40 minuti), con un’applicazione piuttosto semplice da utilizzare e tutto sommato con una buona qualità di comunicazione.

L’applicazione non è usata solo per fare smart working, e sempre di più viene utilizzata per fare sessioni online tra amici durante l’aperitivo virtuale o dando vita a incontri di sesso online.

Ma il successo di Zoom sta avendo un grande contraccolpo, legato ai problemi di vulnerabilità denunciati la scorsa settimana, spingendo molte organizzazioni a fare dietrofront.

Le scuole americane, che avevano ampiamente adottato Zoom per le attività didattiche a distanza, hanno annunciato di aver “bannato” l’uso di Zoom e stanno rapidamente passando a Microsoft Teams.

Anche diverse aziende ben note per le scelte innovative, come ad esempio SpaceX di Elon Musk, hanno anch’esse bannato Zoom, proprio per i problemi di privacy e sicurezza.

Lo stesso Eric Yuan, fondatore di Zoom nel 2011, ha ammesso i problemi di vulnerabilità, ed ha promesso -scusandosi- di porre rimedio al più presto.

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