I giornali online e la pubblicità

Io, come credo molti di voi, sono un lettore di quotidiani online. Sono la dimostrazione vivente del cambiamento di abitudini che ha senza dubbio contribuito a cambiare parte del mercato dell’editoria, riducendo le vendite nelle edicole a favore delle edizioni online dei quotidiani.

Leggo diversi giornali online, ed in particolare Repubblica.it è probabilmente quello che leggo più assiduamente. Ma le considerazioni che sto per fare credo possano essere estese a tanti altri quotidiani.

Come tanti ho notato un’esponenziale crescita della presenza dei messaggi pubblicitari, sempre più evidenti ed invadenti. Pop-up che aprono video (spesso con audio rumoroso), impaginazioni assurde e combinazioni di colori sempre più fastidiose.

Senza pensare poi alle sempre più frequenti pubblicità “fuori luogo”, con messaggi irritanti a fronte della lettura di una notizia tragica pubblicata sul giornale. Condizione che credo possa arrivare a danneggiare anche l’inserzionista pubblicitario.
Ricordo le infelici immagini del disastro della Costa Concordia associata a luminose immagini di viaggi-vacanza in promozione (eh, gli effetti collaterali del contenuto guidato dalle keywords e non dagli esseri umani).

Capisco la necessità, da parte degli editori, di “fare cassa”, proprio per compensare le mancate vendite in edicola. Tuttavia credo ormai evidente l’effetto spamming, che alza il livello dei rumore, che porta ormai ogni lettore ad ignorare qualsiasi inserzione pubblicitaria, o addirittura ad irritarsi.

Leggendo ed informandomi, scopro che gli editori e i pubblicitari sono in allarme, perché hanno capito che la mucca che stanno mungendo esaurirà il latte molto presto, e stanno cercando di inventarsi nuove strade. Se le nuove strategie sono quelle che siamo vivendo (subendo) ora… credo che qualcosa si romperà.

I possibili effetti?

Qualche lettore si sposterà verso nuove testate. Nuovi giornali, snelli, innovativi e competitivi avranno spazio per emergere. Sempre meno lettori seguiranno le edizioni online dei giornali storici, danneggiando le redazioni (qualche licenziamento in vista, in un mondo tra i più precari). Non ci saranno inversioni di tendenza (non aumenteranno le vendite in edicola). Aumenterà ancora di più il tasso di ignoranza e di disinteresse verso la notizia.